21 Novembre 2024


EMIGRAZIONE COLLESE
NEL MONDO

Colli a Volturno - Isernia








LA CONFRATERNITA DI S. ANTONIO ABATE DI COLLI A VOLTURNO

LA CONFRATERNITA DI S. ANTONIO ABATE DI COLLI A VOLTURNO
RIPERCORRIAMO INSIEME UN PEZZO DI STORIA CHE GUARDA AL FUTURO

Le feste in onore di S. Antonio abate si celebrano in tutta Italia ma quella di Colli a Volturno si perde nei secoli, forse addirittura, come qualcuno afferma, può essere ricondotta a quando Colli era sotto la protezione di San Vincenzo al Volturno.

Antonio, eremita egiziano, vissuto tra il III e il IV secolo, viene considerato tra i principali fondatori del monachesimo orientale. Dopo aver rinunciato ai propri beni, conduce una vita di povertà e preghiera, alla ricerca della completa purificazione. Affronta i tormenti e le innumerevoli tentazioni del diavolo, pertanto gli viene riconosciuto il potere di guarire gli indemoniati.

Inoltre è ritenuto protettore degli animali domestici ed è invocato contro l'herpes zoster, comunemente detto "fuoco di Sant'Antonio" o "fuoco sacro", termine che nel medioevo indica in particolare l'ergotismo. L'associazione del santo con il fuoco, ascrivibile agiograficamente al suo rapporto con il diavolo e le fiamme infernali, è espressa nell'uso di accendere il falò in occasione della sua ricorrenza, uso diffuso in Molise e in molte località italiane, che rievoca antichi rituali di purificazione e di passaggio dall'inverno alla primavera.

Nella ricorrenza di questo Santo alla vigilia della festa di Sant'Antonio Abate la Confraternita ufficiale ma anche gruppi di giovani, vestiti da monaci, percorrono le strade di Colli a Volturno e delle frazioni: Valloni, Casali, Cerreto, Castiglioni, Santa Giusta , visitando e cantando case e negozi per ricevere offerte. Si rievoca in tal modo la questua o "cerca"

In tempi di miseria la questua, nel periodo di macellazione del maiale, costituiva, per i più poveri, un modo per ottenere cibo.

Ogni gruppo comprende, in genere, tredici persone, una delle quali rappresenta il santo, con una tunica bianca e il bastone da eremita. Il santo cavalca un asino. I giovani, accompagnati da tamburi, fisarmoniche e organetti, intonano il canto, che prevede il saluto ai padroni di casa, alcuni riferimenti agiografici (povertà, sofferenze, tentazioni etc.), la richiesta di offerte e il congedo.

La questua, cominciata di primo mattino, termina con il triplice giro attorno al tradizionale falò “sacro” acceso in onore del santo eremita nello spazio della festa a lui dedicata ed organizzata dalla Associazione “Forza Giovane” di Colli a Volturno.

Nel 1999 uno dei gruppi di questuanti, per intercessione della parrocchia locale (Don Luigi Balsamo) si sottopose alla giurisdizione del codice del diritto canonico costituendosi in Confraternita di Sant’Antonio Abate.

Un anno dopo l’ottenimento della nomina, la Confraternita è stata accolta, in occasione del Giubileo, dal papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma una prima volta, e in una seconda occasione nel 2003.



Attualmente, tra le attività svolte dalla Confraternita, vi è quella di “esportare” la tradizione ai compaesani emigrati in America, in particolare alla comunità collese di Philadelphia.

Note: alcune consultazioni e notizie da:

· https://reteitaliana.santantuono.it

· Confraternita Storica - Immagine tratta dall'articolo di Antonietta Caccia e Mauro Gioielli: Tradizioni musicali per il Sant'Antonio Abate nella valle dell'alto Volturno, "Utriculus", VI, n. 1 (21), gennaio-marzo 1997, pp. 4-10.

· Approfondimenti bibliografici

Ranieri Tomeo E. (2021), “Lineamenti storico-etnografici della festa di Sant’Antonio Abate a Colli a Volturno” in Saperi territorializzati: una raccolta di studi brevi sull’Alta Valle del Volturno, autoproduzioni CISAV.

· Caccia A., Gioielli M. (1997), “Tradizioni musicali per il Sant’Antonio Abate nella valle dell’alto Volturno” in Utriculus, n. 21 (gen./mar.).

· Iacovelli G., Ranieri Tomeo E. (2021), “Da una discussione collettiva sul Sant’Antonio Abate di Colli a Volturno. Lineamenti storico-etnografici di un rito carnevalesco” in Saperi territorializzati: studi critici sul margine e i suoi patrimoni, autoproduzioni CISAV.

· Agostino D’Alessio Dicembre 2018 “Da Colle Sancti Angeli a Colli a Volturno, pagg. 171/172.

· Nel 2012 con i proventi del primo libro della collana “COLLI NEL CUORE” di Giuseppe D’Acchioli, tramite Don Paolo Mazzoleni parroco di Colli a Volturno, venne acquistata la statua di S. Antonio abate e collocata nella chiesetta di S. Antonio da Padova

· Alcune foto sono state fornite dalla Confraternita S. Antonio abate, altre dal mio archivio ed alcune tratte da Internet o dalle pagine Fb,





Dopo questa introduzione entriamo nel vivo dell’argomento parlando amabilmente con Domenico Ranieri “Sant’Antonio” e presidente della Confraternita di Sant’Antonio Abate di Colli a Volturno

1 La Confraternita vanto di COLLI, quando è nata e perché?

Ø La storia della Confraternita di Sant’Antonio Abate, è comune a quella degli altri “gruppi” che portano avanti questa tradizione tipica collese. Abbiamo iniziato da bambini, vestiti con sacchi di juta e suonando degli strumenti musicali di fortuna, come ad esempio secchi in plastica oppure scatole di cartone.

Facevamo il giro del paese e delle frazioni cantando la canzone che racconta le gesta del Santo. Crescendo poi, ci siamo organizzati sempre meglio, abbiamo iniziato a suonare degli strumenti musicali veri, abbiamo sostituito i sacchi con un saio simile a quello del Santo, fino a quando, nel 1999 è nata la Confraternita di Sant’Antonio Abate.

Con l’aiuto del parroco di allora, don Luigi Balsamo, abbiamo dato una veste ufficiale al nostro gruppo per onorare una delle tradizioni secolari che ancora oggi vengono tramandate di padre in figlio in paese.

2 Ma vi sono altre Confraternite ?

Ø In paese ci sono altri gruppi che come noi portano avanti la tradizione, ma la veste ufficiale di Confraternita è una peculiarità soltanto del nostro gruppo.

3 Quale il legame fra di voi e la cittadinanza?

Ø Il 16 gennaio per la cittadinanza collese è uno dei giorni più importanti dell’anno. In tutte le case del paese si attende la visita dei gruppi e della Confraternita. I compaesani sono sempre pronti a ringraziare per la visita del “Santo” con qualche piccola offerta di cibo e qualche spicciolo, proprio come vuole la tradizione.

4 Siete una Associazione, quanti aderenti, come vi finanziate?

Ø La nostra è una associazione regolarmente costituita e strutturata come tale, ed è composta da 13 membri.

Per quanto riguarda l’aspetto contabile, non abbiamo fondi a disposizione, le attività che portiamo avanti vengono finanziate in parte dalla questua di gennaio e la restante parte con fondi personali dei Confratelli.

5 Avete varcato i confini andando anche negli Stati Uniti e Canada, quali impressioni ne avete ricavato?

Quale accoglienza avuta dalle comunità di origine collese?

Ø Le nostre visite all’estero sono state per noi una sorpresa. Prima di partire sapevamo che ad aspettarci c’erano alcune famiglie di nostri compaesani, ma non avevamo nessuna idea di quello che sarebbe successo una volta arrivati da loro. Molti collesi che abbiamo incontrato, sia per differenza generazionale sia per mancanza di legami familiari erano per noi degli sconosciuti, ma il trattamento che ci hanno riservato è stato indescrivibile. Siamo stati accolti come delle Rockstar e siamo stati trattati come dei principi. Ci hanno ospitato nelle loro case e siamo stati considerati come dei loro figli.



6 I vostri rapporti con i Collesi emigrati o con le comunità dei collesi nel mondo continuano?

Ø Grazie alle visite che abbiamo avuto negli Stati Uniti ed in Canada, la comunità collese estera si è di nuovo legata a quella italiana. Abbiamo ricreato un ponte di comunicazione e di interesse grazie al quale sono ripresi frequenti i viaggi dei collesi emigrati verso il nostro paese. Si sono creati nuovi rapporti ed amicizie che, grazie anche all’uso delle nuove tecnologie, sono più facili ed immediati.

Abbiamo creato un gruppo whatsapp in cui abbiamo inserito tutte le persone che abbiamo incontrato negli anni e con cui quotidianamente siamo in contatto.



7 Quale il vostro rapporto con la solidarietà ed in che modo la esprimete?

Ø Una delle tematiche contenute nello statuto costitutivo della nostra associazione, è proprio quella della solidarietà. Siamo a fianco della Parrocchia del paese sempre a disposizione per esercitare questa nostra attività.

8 Quanti i partecipanti alla Confraternita? Ci sono delle riserve?

Ø Attualmente la Confraternita è costituita da 9 elementi fissi, mentre per il giro del 16 gennaio ci avvaliamo dell’aiuto di altri ragazzi che annualmente ci chiedono di partecipare con il nostro gruppo.

9 Avete una sede, uno statuto?

Ø Abbiamo uno statuto costitutivo che regola le nostre attività ma non abbiamo una sede ufficiale.

10 Avete fatto dei gemellaggi con altre Confraternite Collesi o dei paesi vicinori?

Ø Non abbiamo avuto ancora l’occasione, ma c’è l’intenzione di fare una riunione per incontrare i componenti degli altri gruppi del paese.

Per quanto riguarda invece i gemellaggi con altri paesi, siamo stati invitati ed abbiamo partecipato ai festeggiamenti di Sant’Antonio Abate a Galluccio, un paese in provincia di Caserta.

11 Quali prospettive per la Confraternita? Vi ritenete soddisfatti del percorso fatto?

Ø Abbiamo tanti progetti per il futuro, l’intenzione è quella di riprendere tutti gli appuntamenti che negli anni abbiamo portato avanti e che a causa del Covid abbiamo dovuto sospendere. Siamo molto soddisfatti per quello che negli anni abbiamo organizzato, come ad esempio la Festa dell’emigrante, il concorso dei Presepi, il 13 Erbe del Confratello e non per ultimi i viaggi nelle comunità collesi che si trovano all’estero.

12 Infine, quali rapporti con le altre associazioni o gruppi presenti a Colli?

Ø In paese ci sono tante altre associazioni e molti dei ragazzi che ne fanno parte sono anche membri della Confraternita, quindi c’è uno scambio continuo di idee e collaborazioni.



Grazie di cuore Domenico e grazie a tutti voi, che con modestia dedicate il vostro tempo e competenze in una opera di volontariato che deve continuare in quanto la storia è anche il nostro futuro. Colli e tutti i collesi nel mondo sono orgogliosi di voi tutti.

Giuseppe D’Acchioli

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