21 Novembre 2024


EMIGRAZIONE COLLESE
NEL MONDO

Colli a Volturno - Isernia








PARLIAMO DEI TERREMOTI NEL MOLISE ED A COLLI A VOLTURNO

30-10-2024 20:11 - TERREMOTI A COLLI A VOLTURNO


PARLIAMO DEI TERREMOTI NEL MOLISE ED A COLLI A VOLTURNO

BREVE RICERCA STORICA SUGLI EVENTI SISMICI



Forse gli ultimi eventi sismici del 7 ed 11 maggio 1984 accaduti a Colli a Volturno ed all'intera valle del Volturno con epicentro a San Donato
Val Comino alle ore 22,10, sono diventati solo un ricordo per alcuni mentre altri ricordano per sentito dire, ma la vicenda del terremoto aveva
sconvolto comunità intere, modificando le abitudini di vita costringendoli a vivere in condizioni non certo favorevoli all'interno di tendopoli o
roulotte.

Nel gruppo sociale Fb “STORIA DI COLLI” ogni tanto viene fuori qualche foto oppure un accenno a quella vicenda, ma anche nello scorso mese
di Giugno la signora Maria Teresa Cuoci originaria di Colli a Volturno ma residente ad Isernia mi consegnò un faldone pieno di articoli di giornale riguardante quel triste momento ed allora come Gruppo che gestisce il sito Web della Emigrazione Collese nel Mondo, abbiamo ritenuto, per
quello che stato possibile, scavare nei ricordi della gente e produrre attraverso testimonianze dei fatti e di documentazione fotografica realizzando
un articolo di ricostruzione e poi postare sul sito www.emigrazionecollesenelmondo.it.

Quel che si ricorda è che Colli, per diverso tempo era stato oggetto di uno sciame sismico soprattutto nel 1971/72 dovuto (si diceva) ai fenomeni
sismici di Mignano Montelungo. Tanta la gente che preferiva dormire nei garage attrezzati alla bisogna, nei pagliai o nelle stalle dove si sentivano
più sicuri di fronte ad un evento, ma Colli come si evince dal contributo del Prof. Alfredo Incollingo anche nel 1805 venne interessato da un
tremendo terremoto in tutto il Molise che causò diversi danni alle abitazioni.


Il Molise e la provincia di Isernia storicamente sono stati interessati al dover convivere con gli eventi sismici e di seguito si va ad elencare negli
anni i vari terremoti:

NB Quanto segue che si trascrive, riprende sommariamente l'articolo “Convivere con il terremoto” ed alcune note di Vincenzo D'Apollonio
pubblicate su Nuova Dimensione (anno di pubblicazione incerto).

Giugno 847 – 948 – 990 – 14 e 18 gennaio 1085 – 3.gennaio 1117 – 1120 – 11.20. 1125 fortissimo terremoto che causò moltissimi danni nel
Molise – 1.6.1021 – 1294 - 11.7.1309 violento terremoto come pure il 25.1.1348 mentre il 9.3.,1349 un terremoto molto rovinoso che in una
pergamena conservata nell'archivio Capitolare così viene trascritta:

“Anno Domini 1349 de mense iuanari in nocte S. Vincenti post coenam fuit unus terremotus multum magnus, et ab ilia fere continere fuerunt
quasi omni mense terremotus parvi usque ad festum nativitatis gloriose Virginis Mariae. De vero9 mmensis septembris anni praedicti seguenti
post festum D. Gloriosae Nativ. S, Mariae in ora media terzia fuit terremotus tam magnus, etv tam ingentissimae potentiate, quod nemo recordare
similem terremotum a tempore creationis. Diruit et subvertit ecclesiam Iserniensem, domus domini Andrea, domini Alfieri, et generaliter omnia
aedificia civitatis Aeserniae a minori usque ad maius itaque nullum omino remansit, vel quod non esset totaliter distructum, vel pro majori parte
dirutum.
Destuxit nobilominus totam provinciam cominus, Fortilia Cardeti, Cerasoli, Ecclesiam S. Vincentii de Volturno, monosterium, et omnia castra
Ecclesiae supradictae, in quibus mortui fuerunt venerabiles monachi fratus camales Abbatis monasterii praelibati.
Destrrxit praeterea, et subvertit Monasterium Cassinensecum tota terra S. Germani, in qua mortui fuerunt homines fere mille, destruxit alias
terras Mon, supradicti.
Insuper destruxit Civitatem Venafri totaliter, et per totum, in qua mortui fuerunt fere homines septingenti et multa alia, quae difficile asset per totum narrare.
Fuit tam mire magnitudinis, et potenti. Me, quod Montes Alsae et plures alios montes scrivit, et quodam modo conquassavit.

Traduzione

Nell'anno del Signore 1349, nel mese di gennaio, nella notte di S.Vincenzo [=22 gennaio], dopo la cena, ci fu un terremoto molto forte, e da
quella sera ci furono continuamente quasi ogni mese dei piccoli terremoti fino alla festa della natività della gloriosa Vergine Maria [=8 settembre].
Proprio il giorno 9 del mese di settembre dell'anno suddetto, successivo alla festa della natività della gloriosa Vergine Maria, a metà dell'ora terza
ci fu un terremoto così grande, e di così ingentissima potenza, che nessuno ricorda un terremoto simile dal tempo della creazione. Distrusse, e
atterrò la chiesa di Isernia, la casa del signor Andrea, del signor Alferio, e in generale tutti gli edifici della città di Isernia dal più piccolo al più
grande, così che non ne rimase nessuno che non fosse o totalmente distrutto, o per la maggior parte rovinato. Distrusse non di meno tutta la
provincia di Comino, le fortezze di Cardito, di Cerasuolo, la chiesa di S.Vincenzo al Volturno, il monastero, e tutti i castelli della chiesa suddetta,
in cui morirono i venerabili monaci fratelli carnali dell'abate del predetto monastero. Distrusse inoltre, e abbatté il monastero Cassinese con tutta
la terra di S.Germano, nella quale morirono quasi mille persone, distrusse altre terre del suddetto monastero. Oltre a ciò distrusse totalmente e dappertutto la città di Venafro, in cui morirono quasi settecento uomini; e molte altre, che è difficile narrare per intero. Fu di intensità, e di potenza
tanto mirabile, che i monti Alfi, e molti altri monti si fendettero, e in qualche modo si sconquassarono. E, ciò che è più ammirevole, tutte le acque dell'intera patria, che una volta scaturivano chiarissime, dopo il terremoto diventarono subito torbide come fango di colore.


Ed ancora il 5.12.1456 alle 23 un violentissimo terremoto con numerosi morti

Memoria sul terremoto del 5 dicembre 1456, in A.Viti, "Note di diplomatica ecclesiastica sulla contea di Molise dalle fonti delle pergamene capitolari di Isernia. Città e diocesi dall'eta longobarda alla aragonese", doc.XVIII, app.I, p.385.

Napoli 1972 Anno Domini 1456 5 Indict. in nocte S.Barbarae V. de mense Decembris in 11 hora noctis venit ingentissimus ac potentissimus
terraemotus, ita magnus, quod non habetur memoria antiquor, et non auditum fuit, talia ab initio Mundi passa ab hominibus habitantibus in Regno
isto Siciliae, ita tamen, quod dictus terraemotus magnus fuit, praesertim in Comitatu Molisij, et in partibus Beneventanis, destruxit omnes civitates,
Castra per totum, et mortui fuerunt, relatum fuit in Regno praedicto fere quadraginta hominum milia in nocte illa et alii qui vixerunt veluti erant sub lapidibus vulnerati, et percussi. Plaga tamen non erat circumligata, nec sota oleo, manebant corpora mortuorum super terram, et non erant qui
sepelirent. Omnes stabant stupefacti, timidi prae timore magno. Et Civitas nostra Aeserniae totaliter fuit ruinata, et conquassata, et omnia aedificia
à majore usque ad minus projecta in terram, Templum divini cultus totaliter fuit ruinatum et conquassatum, et aliarum Ecclesiarum praefatae civitati
nulla remansit incolumis. Nec non in dicta Civitate mortui prae magno terraemotu in illa nocte circa octingenti homines. Illi autem qui remanserunt,
erant pleni cicatricibus, vulnerati etiam pro majori parte reclusi sub lapidibus pro magna ruina terremotus. Mane autem facto, omnes illi qui
vivebant, exierunt de civitate, eo quod timebant, ne suffunderetur propter continuationem terraemotuum, postmodum quod terra erat ita desolata,
et devastata, nullus audebat stare, vel morari in ea prae timore magno. Praeterea prefata civitas succensa fuit in ruinatione domorum in sex partes
et combusta, seu cremata fuerunt multa corpora mortuorum. Imposterum venerunt forenses, et castrenses, qui erant in circuito nostro, et
abstulerunt omnia suppellectilia, nostram pecuniam, aurum et argentum, et caetera cuncta bona restantia. Regnabat tunc in diebus illis Rex
Alphonsus de Aragona Sicilie citra et ultra.

[traduzione] Nell'anno del Signore 1456, 5ª indizione, nella notte di S.Barbara, 5 del mese di dicembre, alle ore 11 di notte, avvenne un
grandissimo e fortissimo terremoto, così grande, che non si aveva memoria di uno più antico, e non ne fu sentito un altro simile dall'inizio del
mondo dagli uomini che abitano in questo regno di Sicilia; il detto terremoto fu pure così grande soprattutto nel Contado del Molise, e nel
Beneventano, che distrusse tutte le città, e i castelli dappertutto, e morirono, come fu riferito, nel suddetto regno quasi quaranta mila uomini in
quella notte, e altri, che sopravvissero erano sepolti sotto le pietre feriti, e percossi. Tuttavia la ferita non era fasciata, né lenita dall'olio, e i corpi
dei morti restavano sopra al terreno, e non c'erano coloro che li seppellissero. Tutti rimanevano stupefatti, e impauriti per il grande timore. E la
nostra città di Isernia fu totalmente rovinata, e sconquassata, e tutti gli edifici dal più grande al più piccolo gettati a terra; la cattedrale fu totalmente rovinata, e sconquassata, e nessuna delle altre chiese della suddetta città rimase incolume. Inoltre in detta città circa ottocento persone morirono
in quella notte per il grande terremoto. Coloro che sopravvissero, erano pure pieni di lesioni, feriti e anche per la maggior parte imprigionati sotto
le pietre per la grande rovina del terremoto. Ma fatto giorno, tutti quelli che erano scampati, uscirono dalla città, perché temevano che crollasse a
causa della continuazione dei terremoti, in quanto la città era così desolata, e devastata, che nessuno intendeva restare, o dimorare in essa per il
grande timore. Inoltre la predetta città si incendiò nel rovinio delle case in sei parti, e furono bruciati, o cremati molti corpi dei morti. In seguito
arrivarono i forestieri, e gli abitanti dei castelli che erano nelle nostre vicinanze, e portarono via tutte le suppellettili, il nostro denaro, l'oro, e
l'argento, e tutti gli altri beni rimanenti. Regnava allora in quei giorni il re Alfonso d'Aragona di Sicilia citra e ultra.

Ed ancora di seguito le date di altri terremoti:

10.8.1561 – 30.7.1627 – 5.6.1688 – 3.11.1706 forte scossa di terremoto che reca molti danni in vari paese – 8.8.1779 pioggia di cenere
proveniente dalla eruzione del Vesuvio – 15.10.1788 – 28.3.1794 con danni alle case – 26.7.1805 (quello citato dal Prof Incollingo) con
gravissimi danni – 24.11.1807 – 22.9.1811 – 7.1.1825 – 21.2. 1841 – 12.12.1849 – 30.9.1853 – 11.10.1861 – 12 e 21.7.1873 – 6.12.1874 –
19.12.1875 - 6 e 7.6.1882 violentissime scosse in tutta la provincia – 4.12.1882 – 23.1.1883 – 17.9.1883 – 29.1. 1884 – 1.2.1884 – 30.6.1884 –
27 .8.1886 – 8.12.1889 -14.11.1891 forti scosse in tutti i comuni della provincia 30.11.1914 – 17/18/19.12.1914 sisma con lutti e distruzioni. Le
repliche furono numerose e si protrassero per molti mesi dell'anno 1915 – 23.11.1980 -7/11.5.1984 l'ultimo di cui parliamo ampiamente.



Come sopra riportato ampiamente le scosse sismiche sono state sempre presenti ma l'ultimo quello del 1984 è ancora impresso nella mente
della gente anche se son passati quaranta anni, ma vediamo i titoli dei giornali locali e nazionali per i due terremoti del 7 ed 11 maggio 1984.


- IL TEMPO Cronaca del Molise del 9 Maggio 1984“DURO COLPO AVVERTITO IN TUTTA LA REGIONE – UNA SCOSSA LUNGA UNA
ETERNITA' - Isernia duemila persone denza più una casa – Scene di terrore nelle strade

Altri giornali di cui non siamo riusciti ad avere testata e data di pubblicazione:

- BOATI E NUOVE SCOSSE RINNOVANO IL TERRORE TRA LA GENTE RIMASTA NELLA NOTTE ALL'APERTO

In provincia di Isernia 1 ferito ad Agnone – 2 a Cerro a Volturno – 5 a Filignano – 5 ad Isernia – 1 a Pizzone – 1 a Roccasicura – 1 a San Pietro
Avellana

- OLTRE 7.000 I SENZA TETTO NELLE QUATTRO PROVINCE INTERESSATE

ISERNIA, SONO 576 I SENZA TETTO;

- MONTE MARRONE NON HA RESISTITO: LE SCOSSE LO HANNO SPEZZATO IN DUE;

- NUOVE DRAMMATICHE SCOSSE – 12000 I SENZA TETTO;

- NELLA PROVINCIA DI ISERNIA LA SITUAZIONE SI E' AGGRAVATA

- NEL VENAFRANO TORNA LA PAURA

- GIORNO 11.5 PANICO ALLE ORE 12,42 ED ALLE 15,13- DUE NUOVE SCOSSE SISMICHE METTONO K.O. ISERNIA E PROVINCIA,
UN MORTO ED UNA DECINA DI FERITI NELLA PROVINCIA;

- LE CIFRE UFFICIALI PARLANO DI 27.000 SENZA TETTO – CRESCONONELLE ZONE TERREMOTATE DISAGI E PROTESTE DEI SENZATETTO;

- EVACUATO A VENAFRO IL CENTRO STORICO

- ZAMBERLETTI OTTIMISTA SUL DOMANI MENTRE I SINDACI VEDONO NERO;

- UNA MEGALOPOLI DI ROULOTTES E' NATA ALLA PERIFERIA DI ISERNIA;

- UN DRAMMA DIVENTATO TRAGEDIA – CONTINUA L'ACCERTAMENTO DEI DANNI;

- FREDDO E PIOGGIA SU TENDE E ROULOTTES;

- FINANZIAMENTI REGIONALI PER I PRIMI INTERVENTI;

- TERREMOTATI ANCORA AL FREDDO DELLE TENDE MENTRE CRESCONO LE RICHIESTE DI ROULOTTE;

- RIUNIONE IN PREFETTURA A CAMPOBASSO – RICOGNIZIONI E CONTROLLO DANNI;

- ANCORA DISFUNZIONI IN TUTTO L'ALTO VOLTURNO;

- CONTINUANO A GIUNGERE AIUTI AD ISERNIA ED IN TUTTE LE ZONE COLPITE DAL TERREMOTO;



- UNA CHIESA PREFABBRICATA AL CENTRO DI ASPRE CONTESE A COLLI A VOLTURNO; (Pasquale Lombardi)

- NELLA PROVINCIA DI ISERNIA SI ACUISCE IL DRAMMA DEI COMUNI TERREMOTATI;

- VILLAGGIO LOMBARDIA A COLLI A VOLTURNO, SARA' INSTALLATO PER NATALE; (Cosmo Siravo)

NB Il faldone contenente copie degli articoli di cui sopra è stato fornito dalla Signora Maria Teresa Cuoci



IL TERREMOTO DEL 1805 (Alfredo Incollingo)

Il Molise è sempre stata una terra sismica. Il suo territorio, infatti, è attraversato da numerose faglie, le quali hanno causato terremoti più o meno
intensi. Anche l'Alta Valle del Volturno ha subito nel corso dei secoli eventi del genere, ma le relazioni su questi fenomeni sono spesso poco
dettagliate o non ve n'è traccia.

Fa eccezione la descrizione dei danni causati dal terremoto del 26 luglio 1805 al centro abitato di Colli a Volturno, dove non si registrano vittime,
a differenza di altri centri urbani pesantemente colpiti dal sisma come la città di Isernia. L'epicentro, secondo le ricostruzioni storico-geologiche,
era localizzato nella zona del Matese, mentre la magnitudo è stata calcolata intorno ai 6 gradi della scala Richter.

Su invito dell'abate di Montecassino, Aurelio II Visconti, l'arciprete Donato Caccia scrisse il 10 ottobre di quell'anno una breve relazione su
quanto accaduto durante il terremoto di fine luglio. La terra tremò durante la notte e la paura spinse i collesi a fuggire dalle loro abitazioni.

«Caddero tre case», scrive il sacerdote, «e la massima parte della altre sono lesionate ed altre rovinose». Furono danneggiate le chiese di
Sant'Antonio da Padova e la Chiesa Madre, da dove «si è dovuto togliere il Santissimo Sacramento» per essere messo al sicuro nella chiesa di
San Leonardo, anche «se è lesionata in più punti».

Prima del sisma, scrive don Donato Caccia, «in varie volte si sono osservati dei fuochi fatui e stelle erranti» e «le scosse del terremuoto si
sono osservate successive ed undulatorie da mezzogiorno a settentrione».

I «fuochi fatui» sono fuoriuscite di metano dal sottosuolo, il quale a contatto con l'ossigeno brucia, assumendo la notoria colorazione azzurrognola.
È scientificamente provato che i movimenti delle faglie provochi la fuoriuscita di gas dal terreno, preannunciando di fatto l'imminenza di un
probabile terremoto.

Nonostante la brevità del testo, la relazione dell'arciprete è una testimonianza preziosa su eventi che difficilmente possono essere ricostruiti a
posteriori, soprattutto se sono trascorsi quasi tre secoli da quei fatti



IL TERREMOTO DEL 7 ED 11 MAGGIO 1984 (Giuseppe D'Acchioli)

Dopo i primi lanci di agenzia riguardanti il terremoto per me che vivevo lontano, dopo un momento di smarrimento ed incredulità, il primo pensiero
era per l'incolumità dei genitori e parenti, solamente dopo alcuni giorni di insistenti tentativi riuscii a mettermi in contatto rassicurandomi sul loro
stato di salute.

Colli si sognava solamente, non vi era possibilità di poterlo vedere in nessun modo se non andandoci di persona cosa che naturalmente non
appena possibile feci. Armato della mia macchina inseparabile fotografica, riuscii ad effettuare numerose foto che fanno parte del mio archivio e
che sono diventate parte della memoria della storia vissuta.

Quante case lesionate, quanti calcinacci, strade chiuse al traffico con numerose zone utilizzate come roulottopoli per far fronte all'emergenza:

- Arcangelone, imbocco da Colli per la strada Arcangelone,

- Centro Sociale,

- Ina Casa, vicino il Cimitero,

- la tendopoli al Campo Sportivo

- poi la chiesa prefabbricata vicino la Chiesa di S. Leonardo inagibile ecc;

- tante roulotte e tende nelle frazioni.

Ma quello che più è rimasto impresso come un quadro perennemente nella mente, fu vedere la chiesetta di S. Antonio senza le due campane
(erano cadute) e qualche persona, all'interno di uno di questi accampamenti di fortuna, aveva messo tre assi in croce in piedi attaccandoci in
qualche modo una di quelle campane cadute.

Non nascondo che vedere il furgone nella piazza del comune che fungeva da Posta Mobile provvisoria e precaria, ti faceva riflettere e nel
contempo aumentava il magone, quel groppo alla gola nel vedere i danni ed i primi interventi della macchina amministrativa e del comune.

Le scosse sismiche avevano interessato diversi comuni della provincia di Isernia, la Ciociaria e parte dell'Abruzzo confinante con le province di
Isernia e Frosinone.

La macchina dei soccorsi e della ricostruzione faceva fatica ad ingranare ma poi col tempo dopo la prima emergenza vennero stanziati i fondi
per la ricostruzione o sistemazione degli immobili danneggiati e Colli per interessamento dell'On. Vincenzo Balzamo, ottenne il finanziamento
per la costruzione del Villaggio Lombardia, case prefabbricate per quelle famiglie che avevano la loro casa inagibile e che venne inaugurato dal Presidente della Regione Lombardia Dott. Giuseppe Guzzetti alla presenza delle autorità locali Provinciali e Regionali.

Per tanti è solo un lontano ricordo oppure un sentito dire, ma chi aveva vissuto quei momenti difficilmente potrà dimenticare l'angoscia, lo
smarrimento e l'impotenza di fronte ad un avvenimento ancora oggi di difficile previsione ed impotenti.

Però Colli non è rimasto fermo. è rinato e dopo le tendopoli e roulottopoli la stragrande maggioranza delle case attraverso anche e soprattutto
per i contributi pervenuti dallo stato, nel corso degli anni sono state riattate, rendendole anche antisismiche.

Naturalmente bisogna ancora oggi ringraziare chi a livello amministrativo governava Colli a Volturno (maggioranza ed opposizione) che mettendo
da parte le ostilità politiche si unirono per dare le risposte alla popolazione.



UNA BREVE TESTIMONIANZA DI ANTONIO VERRECCHIA



Così il chirurgo Giuliano Di Sandro divenne sindaco di Colli.

La sindacatura di Giuliano Di Sandro fu molto critica e sfortunata, in quanto la sua Maggioranza di consiglieri, tutti della Democrazia Cristiana (DC), era composta da due gruppi contrapposti.

Le loro divergenze diventarono non componibili, nemmeno quando sul nostro paese si abbatté il forte terremoto, tra 7.4 - 7.8 gradi della scala
Mercalli, con due scosse successive: una il giorno 7 e l'altra l'11 maggio.

A questo punto noi socialisti avremmo potuto far cadere la Maggioranza e andare a nuove elezioni, ma la cosa sarebbe stata fortemente dannosa
per il nostro paese, che doveva prontamente affrontare le emergenze del terremoto.

E quindi, poiché nessuna delle due parti della DC si fidava dell'altra, nemmeno in questa disgraziata situazione, noi Socialisti venimmo richiesti
di entrare in maggioranza da entrambe le fazioni. Dopo una profonda valutazione decidemmo, responsabilmente, per velocizzare la soluzione della crisi della Maggioranza, di allearci con il gruppo del Sindaco in carica, ma con i seguenti incarichi ai rappresentanti del PSI:

“Agostino D'Alessio Assessore effettivo, Rosario Siravo delegato a Esecuzione Lavori Pubblici e Azienda Elettrica; Pregiunta insieme tra i due
partiti.”

La nostra proposta fu accettata e di conseguenza l'operatività dell'Amministrazione, guidata da Giuliano di Sandro, riprese con molta
collaborazione, lealtà e impegno da parte nostra.

I nostri rapporti personali, in ambito amministrativo, erano generalmente improntati alla formalità; soltanto con il vicesindaco Gianfranco Visco
c'era una certa cordialità.

OMISSIS….




Bisognava dare subito ai Collesi un ricovero, perché erano rimasti quasi tutti fuori dalle proprie abitazioni; timorosi di rientrarvi, fino a quando
non fossero state effettuate tutte le azioni necessarie per verificarne anche la sicurezza statica, da parte delle autorità competenti.

Il primo intervento fu quello relativo all'installazione, sul campo sportivo comunale, della tendopoli in cui alloggiare tutti gli sfollati; poi ci fu da
gestire l'assegnazione delle roulotte, con problemi per la definizione delle priorità.

Finalmente, dopo qualche tempo fu realizzato il “Villaggio Lombardia”, al di sopra del campo sportivo, donazione di Guzzetti, Presidente della
Regione Lombardia, che dietro l'interessamento di Vincenzo Balzamo, fece costruire una serie di prefabbricati per civile abitazione, tra i quali
alcuni relativi ai servizi sociali; i lavori di urbanizzazione furono realizzati da aziende locali amiche della Democrazia Cristiana.










Fonte: Giuseppe D'Acchioli - Alfredo Incollingo - Antonio Verrecchia ed altri

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