21 Novembre 2024


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Colli a Volturno - Isernia








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APPUNTI DI STORIA DI COLLI A VOLTURNO
1940/1956

05-02-2021 18:20 - Colli e la sua storia
APPUNTI DI STORIA DI COLLI A VOLTURNO
1940/1956

di Mario Mancini
ex dipendente del Comune di Colli dal 1940 al 1957
Premessa
Modestissimo scopo di queste brevi note è quello di far conoscere ai più giovani, e ai nostri concittadini meno giovani, alcuni episodi della storia di Colli che ci hanno visti protagonisti o testimoni intorno alla metà del secolo scorso.
Gli anni dal 1940 in poi furono caratterizzati da un susseguirsi di eventi sempre più limitativi e duri per la popolazione, a seguito della guerra dichiarata proprio nel giugno del 1940.
Come prima conseguenza fu introdotto il razionamento dei generi alimentari cui si aggiunsero nel tempo, per l’occupazione tedesca, la deportazione dei civili, la distruzione dei ponti ed infine la provvisoria amministrazione militare del municipio attraverso l’alternarsi di Ufficiali del Comando Alleato, per alcuni mesi dopo la liberazione.
Si tratta di frammenti di quel periodo, che conobbe prima perdite umane e materiali dei nostri territori e poi, finalmente, la fine della guerra, il ritorno della pace e la ricostruzione.
Non fu certamente facile riprendere il corso normale della vita, dopo tanti sacrifici e privazioni, sofferti durante la guerra nella prima metà degli anni quaranta, durante i quali si interruppe ogni attività con limitazione anche del movimento delle persone.
Ma anche Colli seppe imboccare la via della ripresa delle condizioni economiche e di vita della popolazione, così come avvenne nel resto d’Italia.
L’aspetto nuovo dell’immediato dopo guerra, a partire dagli anni cinquanta, fu costituito da una progressiva diminuzione della popolazione, per effetto della emigrazione interna e verso alcune nazioni europee ed altri Stati più lontani, come gli Stati Uniti, il Canada e l’America Latina.
L’emigrazione riguardava ovviamente i più giovani, mentre in paese rimanevano in prevalenza donne ed anziani.
Col tempo gli emigrati venivano raggiunti dai familiari per ricostituire il nucleo familiare nel nuovo luogo di lavoro e di vita, con ulteriori cali della popolazione residente.
La situazione, dopo gli anni del forte esodo, si è pressoché stabilizzata fino all’attuale consistenza anagrafica che nel 2007 indicava oltre 1400 abitanti rispetto ai 1961 del censimento del 21 aprile 1936 ed ai 2037 della rilevazione 4/5 novembre 1951, ivi comprese le frazioni di Scapoli e Pantano.
Va precisato che nel 1936 gli attuali comuni di Scapoli e Pantano erano frazioni del comune di Colli con i loro complessivi 1313 abitanti.


ATTIVITA’ ECONOMICHE PERIODO 1940/1950
Secondo l’annuario generale d’Italia, erano queste le principali attività economiche esistenti nel comune, con i rispettivi titolari e gestori, tra gli inizi degli anni quaranta e l’immediato dopo guerra:
Bevande
Acque e gazzose prodotte dai fratelli Antonio e Severino Lombardi
Alberghi
Gli alberghi o affittacamere erano di Verrecchia Pasquale e De Blasio Michele
Agricoltura
Nel settore agricolo le aziende più consistenti erano quelle di Ranieri Tommaso e Ranieri Antonino, e la più nota tenuta di Valleporcina dei fratelli De Iorio Ruggiero e Francesco
Caffè
I bar erano due: Lombardi Antonio in Piazza S. Leonardo e Valente Pasqualina in via Isernia.
Artigianato
Le calzature avevano un notevole posto nell’artigianato locale, principalmente con il laboratorio di Mastroianni Abramo, dove si producevano scarpe su misura per una clientela non soltanto collese ma anche dei paesi vicini. Mastroianni aveva, oltre la lavorazione, anche l’annesso negozio di vendita di calzature cosiddette di fabbrica, in aggiunta alla produzione propria.
Inoltre vi erano artigiani per la confezione e riparazione di scarpe, come Incollingo Carmine, Liberatore Ernesto, Salemme Vincenzo, Angelone Alfredo, Incollingo Pietro e L’Abate Mario, alcuni dei quali erano stati dipendenti di di Mastroianni Abramo. Diversi erano anche i falegnami: Rossi Almerindo di via Teglia, Bernardo Vincenzo in via Nazionale, Giacca Giustino a via Teglia, Barone Gaetano a Via Volturno.
In via Nazionale Bernardo Vincenzo era titolare di una segheria elettrica con falegnameria.
L’attività di sartoria era molto presente a colli con esercizi più noti che erano quelli di Remigio Visco, Ettore Santilli, Erennio Di Donato, Cuoci Rodolfo (detto Tonino) ed altri.
Agricoltura
Per la molitura delle olive, che nella zona erano molto coltivate e prodotte, funzionavano 6 importanti frantoi, rispettivamente di proprietà di Lombardi Orazio in via Isernia, De Lisi Eugenio in Via Strette, Procaccino Antonietta, Lombardi Antonio in via Isernia, Castaldi Ernesto e Campellone Teodolinda in contrada Valloni.
Esercizi Pubblici
I negozi di tabaccheria erano di Bernardo Antonio (piazza San Leonardo), Mastroianni Pasqua (piazza Decurionato) e Castaldi Ernesto (contrada Valloni).
Numerosi i negozi di generi alimentari con Iannitelli Umbertina, Incollingo Emilio, Martino Domenico, Campellone Vincenza, Mastroianni Pasqua, Lombardi Antonio, Incollingo Ernesto, Campellone Armando e Mormile Ilda.
I negozi di macelleria erano quattro: dei fratelli Incollingo Emilio e Ernesto, di Amodei Annarosa e di Visco Vincenzo, tutti nella zona di Piazza san Leonardo e vicinanze.
Molini
La molitura del grano e granturco avveniva nei molini del paese: Raddi Mauro (idraulico) funzionante in zona “ponte Roma” sulla via per Castiglioni, derivando l’acqua dal vicino fiume Volturno e Ranieri Giuseppe (elettrico) sito in località San Paolo, adiacente alla riva sinistra del fiume Volturno.
A proposito dell’antico “ponte Roma”, sopracitato, una leggenda vuole che suo arco pittoresco, allora unico nella zona, siano transitati Carlo Magno e Ludovico il Pio, Papi insigni e re Aragonesi, per recarsi alla vicina Badia di S. Vincenzo al Volturno o alla Capitale.
Il ponte fu distrutto dai tedeschi nel novembre del 1943.
Olio
Tra i maggiori produttori di olio d’oliva a Colli si consideravano: Pettine Teodorina (vedova di don Pasquale il notaio località Valloni), De Lisi Eugenio (via Strette), Lombardi Antonio (via Isernia), Castaldi Ernesto (fraz. Valloni), Ranieri Clemente (loc. il Rio) e Lombardi Pasquale (Loc. San Lorenzo).
Panifici
La panificazione avveniva negli esercizi di Raddi Michele, in via Nazionale, Mastroianni Anita, in Piazza San Leonardo, Iannitelli Umbertina in via Regina Elena, Buratto Giacomo in Via Teglia.
Vi furono anche due pastifici, rispettivamente denominati Vallecchi/Iannitelli e Fantini/Incollingo.
Vino
Alcuni dei maggiori produttori di vino usavano vendere il loro prodotto direttamente al pubblico, con esposizione della caratteristica “frasca” all’esterno della cantina dove avveniva la mescita, previa autorizzazione dell’ufficio daziario, fino all’esaurimento del quantitativo dichiarato.
Noleggio auto
Per il trasporto pubblico di “autorimessa da noleggio” erano provvisti di licenza comunale gli autisti: Cuoci Olimpio, Addari Benedetto, Addari Roberto e Incollingo Giustino.
Farmacia
La famosa farmacia di Raimondo De Lisi, poi passata alla nipote Tartaglione – De Lisi Giovanna, ben fornita e unica in tutta la zona dell’alto Volturno. Era arredata con scaffalature in legno nel classico stile antico, ed il farmacista, oltre che vendere farmaci di produzione industriale, preparava direttamente alcuni medicamenti e prodotti galenici su prescrizione del medico curante.

Barbieri
Non vi erano parrucchiere per donna ma solo due “barbieri” per uomini: Cuoci Mario e Pietro Campellone.


Fiere e mercati


Durante l’anno si svolgevano diverse fiere per il commercio del bestiame ed altre merci ed esse cadevano nei giorni: 1 marzo, 5 aprile, 17 maggio, 30 e 31 luglio, 1 e 2 settembre, e dal 1 al 6 novembre la famosa fiera di San Leonardo, patrono del paese. I mercati settimanali erano due: il giovedì e la domenica.
Istruzione
Nel settore dell’istruzione pubblica, vi erano le sole scuole elementari, tra l’altro ubicate non in un unico edificio scolastico, che ancora non c’era, ma in tante separate stanze, adibite ad aule, prese in affitto dal Comune a privati cittadini in varie zone del paese e in alcune frazioni.
L’amministrazione comunale ne pagava gli affitti e provvedeva alla fornitura di tutto il materiale necessario al loro funzionamento.

ANNO 1942
Mobilitazione dipendenti del comune
Dal 31 luglio 42 (XX) tutti i dipendenti dell’Amministrazione Comunale di Colli, col seguente “ordine di servizio”, firmato il 15/9/42 dal Podestà ing. Ruggiero Di Iorio, furono dichiarati mobilitati civili.
“Porto a conoscenza del personale dipendente che con decreto del Capo del Governo, in data 31 luglio 1942 (XX), tutti i dipendenti di questa Amministrazione sono dichiarati mobilitati civili.
In conseguenza, ad essi si applicano le disposizioni penali e disciplinari di cui ala legge 16/12/41 n. 1611 e di cui qui di seguito si trascrivono le disposizioni principali:
Art. 1) – Il mobilitato civile che abbandona il servizio e ne rimane assente per oltre cinque giorni, ovvero essendo legittimamente assente, non si presenta, senza giustificato motivo, nei cinque giorni successivo a quello prefisso, è punito con la reclusione fino a due anni. La stessa pena si appica al mobilitato civile comunque esentato, a tempo determinato o indeterminato, dal servizio militare, e ne rimane assente per oltre ventiquattrore, ovvero, essendo legittimamente assente, non lo riprende senza giusto motivo nello stesso termine. Se il fatto è commesso da tre o più persone, previo accordo, la pena è aumentata da un terzo alla metà.
Art.5) – Per il personale dipendente dagli Enti pubblici o privati, le esenzioni previste dai rispettivi regolamenti per infrazioni disciplinari commesse in servizio o fuori servizio, possono essere aumentate da uno a tre gradi, e se trattasi di sanzioni pecuniarie, possono essere aumentate sino al triplo.
Art. 6) – Per le infrazioni disciplinari commesse dai mobilitati civili, fuori dai casi previsti dagli artt. 3,4 e 5, si applica la multa fino a lire mille.
Art. 7) – Il mobilitato civile che non si presenta, senza giusto motivo, ad assumere il servizio al quale è stato destinato, nei cinque giorni successivi a quello prescritto, è punito con la reclusione fino ad un anno.
Art. 9) – Il mobilitato civile che, in caso di pericolo, abbandona il posto di lavoro o di servizio, è punito, se il fatto non costituisce reato più grave, con la reclusione fino a due anni. Se il fatto è derivato grave danno, si applica la reclusione da due a dieci anni.

ANNO 1943
Armistizio ed occupazione tedesca
L’8 settembre 43 viene firmato l’armistizio tra l’Italia e le potenze anglo-americane, con un generale clima di sollievo che prese tutti i cittadini nella speranza che la guerra fosse ormai finita.
Invece, come noto, la guerra continuò ancora a lungo perché i tedeschi ritirandosi verso il nord costituivano nuovi fronti di resistenza.
Le truppe italiane si sciolgono, i militari abbandonano ogni comando e si disperdono, lasciando che i tedeschi occupassero l’Italia con tutte le conseguenze militari e civili di una tale condizione.
Bombardamento di Isernia
Tra l’8 ed il 10 settembre avvengono i primi bombardamenti di Isernia, che nel giro di un mese e mezzo si conclusero col tragico bilancio di 4000 morti e con la città ridotta ad un ammasso di macerie.
Occupazione tedesca
Prosegue l’affluenza a Colli delle truppe tedesche e contemporaneamente ha inizio lo sfollamento del paese della quasi totalità dei cittadini, che raggiungono i monti o le zone più lontane dal fronte e più sicure.
Nel contempo partono le operazioni di minamento di tratti stradali e dei 9 ponti esistenti nel territorio del Comune, insieme ad altri obbiettivi allo scopo di ostruire il locale nodo stradale al m omento dell’abbandono della zona.
Per eseguire tali operazioni da parte dei tedeschi vengono fatte imposizioni e minacce alle Autorità locali perché mettano a loro disposizione un primo nucleo di 25 cittadini da destinare al lavoro, sotto pena di rappresaglia in caso di rifiuto.
Le imposizioni tedesche continuarono sistematicamente fino alla fine dell’ottobre 43, con pretese sempre maggiori verso i cittadini che erano costretti a lavorare in località esposte al pericolo aereo delle incursioni, divenute queste sempre più frequenti dopo l’arrivo del Comando Tedesco.
Il 21 settembre 43 i tedeschi disarmano la caserma dei carabinieri.
Il 25 settembre 43 Colli viene occupato dal Comando Tedesco con 200 soldati, oltre ad automezzi ed armi, occupando numerose stanze al piano terra in Piazza San Leonardo e vicinanze.
Il 29 settembre 43 si nota un grande movimento di automezzi tedeschi sulle nostre strade, provenienti dal sud verso nord, che sta ad indicare l’inizio della loro ritirata.
Il 5 ottobre 43, a causa dell’occupazione tedesca, gli uffici comunali vengono chiusi ed abbandonati, sospendendo il servizio per 50 giorni, ripresi poi il 24 novembre.
Il 26 ottobre 43, sulle rive del fiume Volturno, in località rio Acquosa e Piano delle Cese, le truppe tedesche effettuano manovre tattiche di guerra in vista dell’avvicinamento degli Alleati.
Il successivo giorno 27, guastatori tedeschi fanno brillare le mine poste alla centralina “Volturno”, in località “Ponterotto”.
Deportazioni (ottobre novembre 43)
Il 31 ottobre i tedeschi operano intensi rastrellamenti di civili in località Cerreto e Castiglioni (dove fu catturato anche Giuseppe Mancini), poiché il rombo dei cannoni alleati giunge ormai nella zona e preannuncia la definitiva ritirata nazista dalla valle.
La cattura e deportazioni di uomini e donne continuò fino al 4 novembre e complessivamente furono circa 500 i civili di Colli (pari al 30% della popolazione del Comune), compresi vecchi, malati, fanciulli e intere famiglie, a volte privi della madre o del padre, verso la Valle di Comino, Sora, Atina, Roma ed in Alta Italia.
Tra i collesi si ricordano Oreste Angelone, Pietro (barbiere) e figlio Vincenzo Campellone, Eugenio e figlio Filiberto De lisi, Gino Pensa (fotografo) catturati il giorno 3 novembre.
Altri rastrellamenti si verificarono anche il successivo giorno 4, con la deportazione, fra i tanti, di Fiore Fuscellaro (maestro di musica) con la moglie e la figlia Bettina, l’arciprete Don Romeo Pontarelli (pur essendo obeso e con difficoltà di deambulazione), Evelina Raddi e la figlia Annina, Mauro Raddi, ed altri.
Gli sventurati nostri concittadini furono poi abbandonati nelle retrovie del fronte e quelli che sopravvissero, lo dovettero alla carità dei fratelli italiani.
Alcuni deportati finirono al Nord Italia e gli altri abbandonati rientrarono in paese tra fine maggio e giugno 44.
Maggiori deportazioni erano avvenute a Scapoli, Castelnuovo, Rocchetta, Castel san Vincenzo, Pizzone, dove la popolazione aveva abbandonato i rispettivi paesi.
Arresti e torture delle SS tedesche (ottobre 1943)
Anche Colli subì i terribili giorni di terrore di cui erano capaci gli aguzzini tedeschi, dopo che una ben nota “Divisione Goering” delle SS germaniche aveva preso alloggio in località Ponterotto, nei pressi della centralina idroelettrica Volturno.
Da alcune recenti informazioni di stampa, sarebbe stato identificato l’ufficiale delle SS autore della morte e delle torture inferte ad innocenti civili nell’anzidetta località, e si tratterebbe di tale Hubert Bhurghent, residente in una città della Germania Orientale.
Roberto Di Iorio è l’unico collese sopravvissuto a quelle tremende giornate, ha notevolmente contribuito alla ricostruzione dei fatti quale testimone e vittima.
Dalla squadra del terrore nell’ottobre 1943 cinquantuno persone, tra le quali tredici collesi, venenro arrestate e trasferite nella famigerata abitazione di Ponterotto ed utilizzate come schiavi per lavori pesanti oppure seviziate e percosse, per vari giorni.
I mezzi punitivi usati erano mazze di ferro, bastoni e minacce con pistole o mitragliette.
Giovane ventenne ucciso
Il 7 ottobre un giovane casertano, che lavorava per i nazisti come stalliere, cercò di scappare ma poco dopo venne raggiunto dagli uomini delle SS e dapprima barbaramente bastonato con l’asta di una bandiera e poi moribondo, lasciato in una stalla.
La mattina dopo fu ucciso dal tenente Hubert Bhurghent con un colpo di pistola alla nuca e sotterrato con la testa che fuoriusciva dal terreno.
La stanzetta della tortura
Le cinquantuno perone arrestate erano tutte ammassate in una stanzetta di pochi metri, e fra queste vi fu Dante Iannitelli, che ricevette una frustata da un sergente della “Goering” causandogli la perdita di un occhio e lo segnerà per tutta la vita.
L’interprete Rosa Di Iorio
In quella circostanza, e non soltanto in quella, il delicato lavoro di interprete di Rosa che conosceva correntemente la lingua, fu di grande aiuto perché riuscì a salvare queste persone convincendo i tedeschi che i prigionieri sarebbero stati utili per i lavori di scavo nelle trincee a Roccaravindola.
I Martiri di Fornelli
Le stesse ricerche eseguite da uno storico italo americano (J. Agnone) sarebbe riuscito ad identificare chi ordinò la strage del 4 ottobre 1943 a Fornelli: il tenente Vaesler, comandante della 2^ e 3^ compagnia del Genio (Panzer Enginier).
Alle ore 11 di quella mattina il carnefice ordinò, per rappresaglia alla morte di un tedesco, che sei uomini (Giuseppe Laurelli, Podestà del paese, Giuseppe e Vincenzo Castaldi, Domenico e Celestino Lancellotta e Michele Petrarca) venissero impiccati in località Castello di Fornelli, i cui corpi restarono penzoloni dalle forche per circa due settimane.
Sul luogo dell’eccidio era stato portato anche il Vice Podestà, Alfredo Di Fiore, ma poi lo riportarono giù e lo lasciarono quasi incustodito, seduto su un muricciolo. Ma l’unico tedesco rimasto di guardia si distrasse anche lui e Alfredo saltò il muro e fuggì.
Zone minate
Nelle campagne, nei boschi e viottoli campestri, nonché sulla denominata “Via Roma”, soldati tedeschi, già da vari giorni, collocavano numerose mine anti-uomo e anti-carro.
Nelle zone minate 3 cittadini collesi, che vi passavano per sfuggire alla cattura dei tedeschi, rimasero vittime dello scoppio di mine.
Si trattava di Amodei Antonio di Pasquale, Angelone Liberato fu Michele e Amodei Angelo fu Nicola.
Il concittadino Guido Leva, di Cerreto, riuscì ad attraversare la zona minata ma si salvò la vita dallo scoppio di una mina sotto i piedi, che gli procurò purtroppo l’amputazione di una gamba.
Bombardamenti (1 e 2 novembre 43)
In quei giorni avvennero il 2° e 3° bombardamento di Colli, nelle zone di Rio Chiaro, Ponte Sbieco, Pietre Strette, Ara Longariello e vicinanze Ponterotto, durante i quali rimase ferita una persona in aperta campagna.
Sgombero del paese (ore 15 del 2 novembre 43)
Affissione di un manifesto, da parte del Comando tedesco, recante l’ordine perentorio di sfollamento di tutti i civili della zona della valle del Volturno, con obbligo agli stessi di presentarsi in Piazza san Leonardo, alle ore 9 del successivo 3 novembre, per essere trasportati verso l’Italia del nord.
Tale ordine conteneva una serie di obblighi comportamentali per lo sgombero del paese, tra i quali il trasporto degli ammalati e invalidi fino al Municipio, con possibilità di portare con se bagaglio a mano.
Inoltre si avvertiva che dopo l’esecuzione dello sgombero…”nessun abitante potrà ritornare nel luogo sgomberato ed ogni persona che si trovi ancora nel luogo sgomberato verrà trattato da nemico….”
La popolazione ancora in paese e buona parte di quella già sfollata nelle campagne, nella notte tra il 2 ed il 3 novembre abbandona definitivamente l’abitato e si allontana verso luoghi più sicuri, lasciando le proprie case e portando via solo lo stretto necessario, come vitto e qualche indumento personale.
Il resto fu lasciato al libero saccheggio dei tedeschi.
Prima dell’abbandono degli abitanti, i soldati tedeschi avevano provveduto a rapinare n. 95 proprietari, mediante consegna “obbligatoria”, dei seguenti capi di bestiame: 38 buoi, 83 maiali, 85 pecore, 6 asini, 12 capre e 3 cavalli.
Questi dati riguardano esclusivamente le requisizioni imposte con la forza ai cittadini, tramite le Autorità e sotto la stessa pena stabilita per il reclutamento degli operai, in caso di mancata consegna del bestiame.
Ponti minati (Notte tra il 4 e 5 novembre 43)
I tedeschi fanno brillare le mine poste a Ponterotto, Ponte Cerreto, Ponte della Pesa, Ponte Rio, Ponte Rio Chiaro, Ponte Mastro Bernardo, Ponte Sbieco, Ponte Valloni, Ponte Ravasecca, nonché le mine alla centrale principale idroelettrica dell’Ente Autonomo Volturno.
Anche il ponte “Roma”, sul fiume Volturno (che da via Nazionale porta a Castiglioni) fu distrutto dal bombardamento.
Una leggenda vuole che sull’arco pittoresco di questo ponte, allora unico nella zona, siano transitati Carlo Magno e Ludovico il Pio, Papi insigni e re Aragonesi per recarsi alla vicina Abbazia di Castel san Vincenzo o alla Capitale.
Liberazione di Colli: 8 novembre 43
Giungono a colli le prime pattuglie delle truppe americane, circa 50 soldati paracadutisti, con gran sollievo dei cittadini.
I militari alleati scesero alle falde della Falconara, passarono a guado il Volturno (neil quale molti di essi trovarono la morte) ed occuparono il paese.
Ma con la liberazione non erano finite le pene e le preoccupazioni degli abitanti i quali, rientrando nelle loro case, le trovarono danneggiate e saccheggiate, e con il pericolo derivante dal fronte vicino e dalla presenza delle truppe di passaggio succedute agli americani (segnatamente quelle franco-marocchine) che si abbandonavano a soprusi specie nei confronti delle donne con gli effetti del vino.
Ma per frenare l’albagia di tali soldataglie vennero per fortuna, le truppe italiane: nel febbraio del 44, provenienti dagli insanguinati dorsi del Monte Lungo, il Corpo Italiano di Liberazione (CIL), agli ordini del generale Utili, piantò il suo quartiere a Colli e sparse le truppe per le zone d’intorno.
Le popolazioni chiesero aiuto e protezione agli italiani (alpini, bersaglieri, arditi, fanti e genieri) del risorto esercito, che furono avvertiti come i difensori del popolo inerme.
Dai militari americani vengono consegnati al comune 35 quintali di farina per la popolazione ed il successivo giorno 9 i forni locali riprendono la panificazione.

Prigionieri tedeschi – 9 novembre 1943
I prigionieri tedeschi catturati sulla linea delle Mainarde, vengono fatti affluire a Colli, sede del Comando Alleato della V^ Armata.
Corpo Italiano di Liberazione (CIL)
Nei giorni successivi, a più riprese, per fronteggiare la linea offensiva delle Mainarde, in cui si erano posizionate le truppe tedesche, giungono nella zona alcuni reparti del “Corpo Italiano di Liberazione”, comprendente soldati di fanteria, artiglieria, paracadutisti della S. Marco, bersaglieri, alpini e la 51^ compagnia di sanità, agli ordini del generale Utili, che piantò il suo quartiere a Colli e sparse le sue truppe per le zone d’intorno.
Seguirono poi i reparti di truppe marocchine, francesi, polacche, canadesi, neozelandesi ecc; tutte partecipanti alle operazioni di Monte Marrone che comprendevano la linea della battaglia di Cassino e si estendevano dal venafrano fino su verso Alfedena, dove operavano in parallelo le truppe della VIII^ Armata (inglese).
Ebbe quindi inizio il bombardamento con artiglierie e mortai tedeschi sull’abitato di Colli e sulle opere stradali.
Vittime e danni di guerra
Molte abitazioni furono danneggiate e saccheggiate, come comprovano le numerose richieste di contributi presentate a fine guerra dai cittadini collesi sinistrati nei beni immobili e masserizie.
La successione degli eventi e la descrizione dei dati a suo tempo raccolti, stanno ad indicare le sofferenze morali ed umane nonché i danni subiti durante l’ultima guerra vissuta direttamente, prima con l’occupazione tedesca e poi vivendo sotto il fuoco incrociato di due eserciti, durato 6 mesi circa, fino allo sfondamento della linea di Cassino.
Notevoli furono i danni subiti dai cittadini tutti, con perdite umane e menomazioni gravi anche a seguito di attraversamento di zone minate dai tedeschi.
I morti per varie cause di guerra, secondo dati ufficiali furono 20
Tragico destino di Cosmo Visco
All’età di appena 49 anni, nell’agosto del 1944, morì Cosmo Visco, abitante nella frazione di Casali, combattente della 1^ guerra mondiale, pluridecorato iscritto nel “Albo d’oro degli eroi”, durante l’ultima guerra che ha attraversato anche la zona del Volturno, per sfuggire alla cattura dei tedeschi con moglie e figlie ed altri casalesi, si era allontanato in attesa dei liberatori anglo – americani.
Nel pomeriggio di un giorno di dicembre soldati marocchini avidi e violenti girovagavano nelle campagne circostanti in cerca di donne; nella contrada c’erano tante giovanette, anch’esse nescoste per sfuggire all’attenzione dei predoni.
Allora Cosmo, per scongiurare eventuali sorprese, pensò di andare incontro ai marocchini offrendo loro cibo e soprattutto vino.
Ma dopo aver mangiato e bevuto gli inattesi “omaggi” degli amici italiani, espressero, senza tanti convenevoli, i loro desideri di incontri erotici.
A questo punto purtroppo, il tentato inganno si tramuta in tragedia.
L’ingenuo Cosmo Visco, seguito dagli altri padri della zona, accompagnarono i marocchini lungo una mulattiera che doveva portarli fuori strada.
Si era ormai fatto sera e alcuni amici di Cosmo cominciarono a distaccarsi man mano dal gruppo, nascondendosi.
Rimasto solo il “capofila” non ebbe più scampo e da quella masnada, intuito il tranello, fu colpito alla testa con armi contundenti.
Passata la mezzanotte, impietositi dalle invocazioni della moglie, alcuni uomini andarono alla ricerca di Cosmo e finalmente lo trovarono riverso nel fango, col cranio fracassato.
Per alcuni mesi rimase tra la vita e la morte e fu operato alla testa in strutture occasionali, ma poi finì i suoi giorni da oscuro eroe senza gloria.
“La guerra – affermava un anziano educatore – esalta i temerari e mette in mostra le qualità che ognuno ha in serbo: chi è senza coraggio, vive nascosto, ignoto, ma sopravvive agli eventi; chi invece ha coraggio e crede agli ideali, si espone, soffre, si cimenta anche a vantaggio degli altri, ma rischia d’immolarsi”…

ANNO 1944
Comando alleato a Colli (43/44)
A Colli ebbe sede il Comando Alleato dell’A.M.G.O.T., al quale si alternarono, tra il dicembre del 43 ed il 5 maggio del 44, tre ufficiali alleati: una americano e due inglesi.
Finisce così l’incubo della occupazione nazista e si torna a respirare aria di pace e di relativa tranquillità.
Ma la guerra non era ancora terminata e per Colli come per gli altri pese della zona, i pericoli derivavano dai cannoneggiamenti tedeschi provenienti da Monte Marrone, ai quali rispondevano i cannoni alleati da Valleporcina puntati verso le Mainarde, incrociando i loro colpi sul cielo di Colli e dintorni, dando la sensazione di assedio e di pericolo.
Infatti delle bombe caddero sull’abitato e vi fu qualcuno che raccolse e conservò i frammenti della bomba esplosa, quasi come un trofeo in ricordo della guerra superata.
Da tale posizione i tedeschi cercarono di difendersi asserragliandosi nelle alture, quantomeno per ritardare la ritirata e così facendo riuscirono a bloccare il fronte di guerra nella zona per circa sei mesi, prima della fuga.
Visita di autorità (1943/44)
Durante la permanenza del comando Alleato, vennero in visita a Colli molte autorità istituzionali e militare dell’epoca, come il Re Vittorio Emanuele III, il principe Umberto 1°, il Ministro della guerra S.E. Orlandi ed altri generali italiani, i generali francesi De Gaulle e Giraud, il generale italiano Utili ed il generale americano Eisenhower.
Permessi e lasciapassare (43/44)
Dal dicembre 1943 al maggio 44, i cittadini collesi, per recarsi dal paese in località dove occorreva attraversare il fiume Volturno, nell’ambito dello stesso Comune, erano tenuti a munirsi di apposito permesso del Sindaco, vistato dal Comandante alleato, nel quale era indicato il motivo del loro spostamento e la durata del permesso.
Per recarsi fuori Comune occorreva invece un lasciapassare rilasciato direttamente dal Comando Militare alleato.
Distribuzione indumenti (44)
Il 15 marzo 44 nella chiesa di S. Leonardo viene fatta la distribuzione di indumenti offerti dagli americani. Tutti gli indumenti furono raccolti e distribuiti alla popolazione dal personale del Comune nella stessa chiesa di S. Leonardo, in quel periodo non destinata a funzioni relogiose.
Municipio – Sospensione attività (1943/44)
A causa dell’occupazione tedesca, il Municipio di Colli cessò ogni attività dal 5 ottobre al 24 novembre 1943, riprendendo i servizi il successivo giorno 25 novembre.
Il primo agosto 1944 la sede comunale si trasferisce da Piazza S. Leonardo (proprietà di Emilio Incollingo) a Corso Volturno (proprietà di Emidio Ventura), dove resterà fino alla costruzione dell’attuale edificio Comunale.
La casa Comunale attuale venne costruita sul finire degli anni settanta e fu inaugurata, insieme al monumento ai caduti, l’8 novembre 1970 alla presenza del Se, Italo Vigli
anesi, ministro dei trasporti e dell’Aviazione Civile, ricevuto dal sindaco pro-tempore Vincenzo Campellone.
Sindaco nominato dal Prefetto
Il 28 agosto 1944 Balzamo Luigi viene nominato il primo Sindaco del Comune di Colli, dopo la guerra, con decreto prefettizio del 17 agosto.
Il secondo sindaco del dopoguerra, per nomina prefettizia, fu Eduardo Di Iorio, che rimase in carica fino alle prime elezioni democratiche comunali del 1946.
Come è noto, durante il lungo periodo del fascismo il Comune era retto da un Podestà nominato dal Prefetto della Provincia, col benestare del partito.
Le condizioni del paese Maggio 1944
In un memoriale del concittadino Mariano Di Sandro, purtroppo deceduto pochi anni fa, così ricordava le condizioni di Colli al suo ritorno in paese, in piena guerra, nel maggio 1944.
Un paese come piccolo presepio scompigliato da “saraceni” armati di cannoni: marocchini, algerini, tunisini, ed anche australiano, neozelandesi, polacchi, ecc, un esercito cosmopolita, oltre a carri armati, cannoni, mitraglie, camionette o gip, ambulanze e Croce Rossa.
Un frastuono di motori e di linguaggi; tutto soldati e niente cittadini; le case sforacchiate, i tetti devastati, le vie arate, le piazze infossate e piene di bidoni ammonticchiati.
Si vedono anche soldati italiani: sono alpini, arditi e bersaglieri del “Corpo Italiano di Liberazione” che dopo la battaglia di Montelungo – erano stati trasferiti dagli alleati nella Valle del Volturno al comando del generale Utili, che piantò il suo quartiere a Colli.
Numerosi cannoni a più fusti, collocati nei punti particolari delle alture di Colli a Volturno, sparano tutti insieme in un crescendo, che poi si va spegnendo negli echi della valle.
Gli aerei volteggiano nel cielo e scaricano le bombe tra le montagne, ove credono accovacciato l’esercito tedesco.
Ogni tanto giungeva qualche proiettile sul paese e nelle vicinanze; erano colpi germanici che da Monte Marrone riuscivano a colpire punti strategici già in mano alleata: una cannonata colpì in pieno il sostituito “Ponte Sbieco sul Volturno”, già da essi colpito in precedenti mire.



ELEZIONI AMMINISTRATIVE E POLITICHE DAL 1946 AL 1953
ANNO 1946
Prime elezioni comunali
Il 24 marzo 1946 si svolgono a Colli le prime votazioni amministrative, dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra, per la elezione dell’amministrazione comunale, regolate dal D.L. 7 gennaio 1946, n.1.
Le liste di candidati in competizione sono due: ciascuna composta di 12 candidati: una col simbolo della ”Democrazia Cristiana” (scudo crociato) e l’altra col simbolo delle tre spighe e denominata “Partito della Lega dei Contadini e Masse Lavoratrici”.
Gli elettori del Comune erano 1118, di cui 523 uomini e 595 donne.
La vittoria andò alla lista della Democrazia Cristiana, capeggiata da Ettore Visco (indipendente) che ebbe 467 voti di preferenza.
Pertanto, primo Sindaco eletto di Colli risultò l’insegnante Ettore Visco, con gli assessori effettivi Incollingo Carmine e Ranieri Tommaso oltre ai due assessori supplenti: Di Iorio Vincenzo e Amodei Giuseppe.
Nei giorni di campagna elettorale, precedenti le elezioni, vi furono vari comizi.
Il 22 marzo i fratelli Iannitelli (Vito e Ottorino) ne tennero uno nei locali del loro pastificio, in via Roma (ex garage Vallecchi), parlando in favore della lista “Lega dei contadini e masse lavoratrici”. Il comizio ebbe termine alle ore 23,30.
Il successivo 23 marzo ci fu il comizio della D.C. con intervento di Luigi Balzamo.
Gli scrutini terminarono ale ore 15,30 del 25 marzo con la vittoria come detto sopra, della D.C. con uno scarto di 14 voti rispetto all’altra lista.
L’insediamento della prima amministrazione democratica ebbe luogo il giorno 30 marzo, con una riunione del Consiglio Comunale per eleggere il Sindaco e la Giunta Municipale.
Referendum e Elezioni Politiche
Il 2 e 3 giugno 1946 fu indetto il referendum istituzionale per la scelta tra Repubblica e Monarchia, il cui risultato fu di 790 voti per nla Monarchia e 144 voti per la Repubblica.
Negli stessi giorni si votò anche per l’elezione dei Deputati il cui scrutinio dette i seguenti risultati:
- Uomo Qualunque voti 37
- Democrazia Lavoro “ 280
- Comunisti “ 8
- Democrazia Cristiana “ 501
- Socialisti “ 4
- Sinistrati “ 1
- Partito d’Azione “ 12
- Partito Monarchico “ 18
- Partito repubblicano “ 3
ANNO 1948
Elezioni per Camera e Senato
Si svolsero la domenica del 18 aprile 48 e sulla scheda vi erano i simboli di 11 partiti.
I votanti di Colli furono 1084 (di cui 14 nulle), contro i 1184 iscritti nelle liste elettorali del Comune.
Le sezioni elettorali, in rapporto agli elettori, erano due: una in piazza Michele De Iorio e l’altra in Via Marconi.
Questa tornata elettorale fu e resterà famosa per l’alta percentuale di votanti e per il forte consenso raccolto dalla lista della D.C. che sfiorò la maggioranza assoluta con quasi il 49%, circa 10 milioni in campo nazionale.
Anche a Colli la D.C. con 663 voti alla Camera, pari al 61 %, mentre gli altri partiti in lista ottennero i seguenti voti:
- Partito Monarchico 50
- Blocco Nazionale 205 (compreso l’Uomo Qualunque)
- Partito dei Contadini d’Italia 12
- Blocco popolare Unionista 5
- Partito Repubblicano 6
- M.N.D.S. 2
- Socialismo 21
- Partito Cristiano Sociale 5
- Partito Comunista 57
Al Senato si ebbero i seguenti risultati:
- Ciampitti 243
- Santangelo 22
- Morelli 62
- Baldassarre 1
- Di tullio 88
- Caprice 16
- Pistilli 19
Per un totale di 451 voti validi



ANNO 1952
Elezioni per Consiglio Comunale
Si svolsero il 25 maggio e le tre liste che vi parteciparono ottennero voti 609 (lista 1) 32 (lista 2) e 347 (lista 3), capeggiate rispettivamente da Ettore Visco, De Iorio Michele e De Iorio Roberto.
Nello stesso giorno si votò anche per le provinciali
Consiglio Provinciale di Campobasso (collegio di Isernia II)
La cui scheda elettorale conteneva 4 leste (DC, Liberali, Per la rinascita del Molise, MSI).
Candidato per la DC era il Dott. Nicola Morelli, medico di Colli.


ANNO 1953
Elezioni Politiche
Si tennero il 7 giugno 53 per il Senato con 7 liste e per la Camera con 9 liste sulla scheda.
Allo scrutinio i voti riportati dalle liste per il Senato furono i seguenti:
- PRI Todisco Nicola 27
- Indipendenti. Ruggieri Giuseppe 9
- D.C. Ciampitti Giovanni 302
- P.C. Formichelli Uberto 109
- Socialismo Benevento Mario 9
- P.N.M. Iapoce Antonio 148
- P.L.I. Di Tullio Benigno 276
Per un totale di 880 voti validi
I voti attribuiti complessivamente nella elezione dei deputati alla Camera furono 1001, così ripartiti tra i vari partiti inclusi nella scheda:
- P.C. 161
- D.C. 350
- PRI 14
- MSI 125
- Socialismo 11
- PSI 10
- Monarchici 91
- Socialismo Indipendente 21
- PLI 213
- A livello nazionale i votanti furono 28.386.610 ed i voti validi 27.089.184, con 303 deputati per i partiti di maggioranza (DC- PPT – PDVd’A – PSDI – PLI – PRI) e 287 per l’opposizione (PC – PSI – PM – MSI)




AMMINISTRAZIONE E DIPENDENTI COMUNALI
Il Podestà
L’ultimo Podestà del Comune, secondo l’ordinamento in vigore nel periodo fascista, è stato l’Ing. De Iorio Ruggiero, rimasto in carica dal 1940 fino alla liberazione da parte delle truppe alleate.
Con l’arrivo delle truppe alleate anglo-americane, la gestione temporanea del Comune fu assunta da Governatori Militari Alleati, comme detto nella parte che riguarda l’arrivo delle truppe alleate a Colli.
Sindaci
- Balzamo Luigi dal 2.8.44fu primo sindaco del dopoguerra, nominato con decreto prefettizio del 17 agosto;
- Di Iorio Eduardo (pure nominato dal Prefetto) dal 45 fino alla prima elezione del 46;
- Visco Ettore, eletto con votazione del 24.3.46, fu primo sindaco eletto del dopoguerra, poi riconfermato con le elezioni successive, fino alle elezioni del 1956;
- De Iorio Roberto eletto per il periodo 56/60.
Dipendenti comunali
Il personale del comune era previsto da apposita pianta organica che ne stabiliva le qualifiche ed il numero di unità per ogni qualifica.
1) Segretario comunale
Era nominato dal Prefetto in seguito a concorso e retribuito dal Comune ma con trattamento giuridico ed economico da dipendente statale e non comunale (come invece avveniva per gli altri dipendenti del comune).
Negli anni si sono alternati come segretari del comune diversi funzionari:
- Perino Michele dal 37 al 38;
- Cortellessa dr Ottorino, dal 39 al 46;
- Ferruccio Michele, in servizio dal 20 luglio 46 fino al 48, proveniente dal Comune di Rocchetta al Volturno;
- Ferramosca dr Andrea, dal 52 al 1954;
- Cortellessa Aquilino dal 49 al 51, con un periodo di 3 mesi di aspettativa, da ottobre 48 al 10.1.49, durante i quali fu sostituito dal segretario Santoro Giuseppe, che al rientro di Cortellessa fu trasferito al Comune di Cerro a Volturno;
- Capitanelli Nerino prestò servizio di segreteria dal 55 al 57.
Applicati di Segreteria
Erano assunti in servizio con delibera del consiglio comunale, sottoposta all’approvazione della G.P.A. (Giunta Provinciale Amministrativa).
Nel comune di Colli normalmente gli applicati in quel periodo sono stati due: uno addetto all’anagrafe e stato civile, con rilascio dei relativi certificati, ed un altro incaricato dei servizi vari di competenza comunali, quali quelli relativi alla leva militare, alle liste elettorali, al protocollo, ruolo tributi locali, trascrizione delle delibere di giunta e consiglio nell’apposito registro, nonché altre incombenze ordinarie e straordinarie.
Partendo dall’anno 1939, negli uffici del Comune sono man mano passati diversi impiegati con qualifica di Applicato:
- Siravo Antonio (detto zitt zitt) il più anziano di tutti, fu assunto nel 1912 ed andò in pensione nel 1951, con incarico soprattutto nell’ufficio di stato civile (redazione degli atti mascite – morti e matrimoni e rilascio dei relativi certificati o estratti);
- Mancini Giuseppe (ex Maresciallo dei Carabinieri) che prestò servizio dal 1930 al 1950;
- Mancini Mario, assunto nel settembre del 1940 come addetto al Servizio Razionamento e Consumi, cessato per dimissioni dal 1 maggio 1957, con la qualifica di Applicato di Segreteria, andando poi alle dipendenze del Ministero delle Poste e telecomunicazioni;
- Angelone Mario, fu assunto come avventizio nel 1951 e restò fino alla fine degli anni sessanta, quando morì nella sua residenza di Portici (NA).
3 Altri dipendenti
Anche per questi vigevano le stesse norme previste per l’assunzione degli impiegati.
- Lollis Romano: assunto nel 1924 con la mansione di custode del cimitero e spazzino; era originario di un paese del Friuli (San Giorgio di Nogara);
- Amodei Donato: elettricista comunale dal 1930 addetto al controllo e manutenzione della rete elettrica e impianto di illuminazione pubblica nonché della cabina elettrica di via Cava;
- Incollingo Vincenzo: subentrato al posto di Donato Amodei come elettricista comunale;
- De Lisi Pasquale: Guardia municipale dal 1932. In seguito assunse tale funzione Leva Giuseppe;
- Spaziano Nicola: in servizio dal 1940 come spazzino;
- Amodei Antonio (assunto nel 1948)
- Palumbo Antonio (dal 1951) hanno svolto l’incarico di spazzini (come allora era denominato il lavoro di nettezza urbana), Palumbo abbinò anche l’incarico di custode del cimitero.
- Pirolli Giuseppe, guardaboschi dal 1926 al 1950.
- Pirolli Giovanbattista, figlio di Giuseppe guardaboschi dal 1950;
- Fruscella Maria, per alcuni anni, (dal 49 al 1953) è stata la bidella delle scuole elementari.
4 Personale Sanitario
- Medici condotti del Comune sono stati (dagli anni 40 in poi) i dottori De Iorio Medoro, Lancellotta Mario, De Luca Pasquale.
- Veterinario consorziale dal 1945 fu il dr Cimorelli Eduardo di Feliciano, al quale subentrò il dr Paventi Michele.
- Ostetriche: fino al 1948 è stata in servizio la Papotti Palmira (donna Palmira, come la chiamavano) poi sostituita dalla Signora Cremonini Elena (proveniente da Crevalcore, Bologna), per breve periodo; Luchetti Adalgisa di Antonio, moglie del falegname Rossi Gregorio, rimase in servizio a Colli per un periodo più lungo, fino a quando non si trasferì a Roma per aver vinto un concorso.





NOTIZIE VARIE
ANNO 1910
Restauro Chiesa di S. Antonio
Nel luglio del 1910 da Philadelphia PA (USA) Leonardo Siravo, promotore della sottoscrizione, ringraziava gli amici collesi in America che avevano contribuito per il restauro della Chiesa di S.Antonio.
I fondi raccolti vennero spediti per anni a Colli al Sig. Antonio Campellone, portandone di volta in volta a conoscenza l’arciprete, don Nicola Siravo ed il Sindaco Raimondo De Lisi, cui succedette il Cav. Eduardo De Iorio.
Il ringraziamento fu accompagnato da un preciso e dettagliato rendiconto degli introiti e delle spese.
Il totale della colletta per la Chiesa fu di lire 6767,25 e le spese furono di lire 6738,50, il cui elenco comprendeva: restauro, candelabri, lampada giornaliera, candelieri, tovaglia per l’altare, libri, compenso per l’ingegnere Pastore, tela, vignetta del santo ed altri oggetti e piccole spese.



ANNO 1946
Furto nel Municipio
Nella notte tra il 19 e 20 luglio 46, avvenne un furto nella sede del Municipio, allora in piazza S. Leonardo, a seguito del quale risultano trafugati:
una macchina da scrivere, 764 buoni prelevamento per olio e grassi e circa 3000 lire conservate in un cassetto come Fondo Dazio.
Morte di un giovane
Il 26 agosto, a seguito dello scoppio di una mina di guerra, muore il giovane Antonino De Lisi, figlio di Pasquale, la guardia municipale.
Servizio Postale
Dal 2 settembre 46 viene ripreso il servizio postale giornaliero, a mezzo corriera, tra Castel San Vincenzo e Isernia.

ANNO 1947
Bambino musicista prodigio
Il 1 ottobre del 47 molti collesi, insieme ad altri curiosi dei paesi intorno, si recarono a Miranda, paese poco distante d Isernia, perché era giunta notizia che in quel paese si svolgeva un concerto della banda musicale di Torino di Sangro (provincia di Chieti).
Ma l’evento fu reso eccezionale dal fatto che la banda era diretta da un bambino prodigio, di nome Ferruccio Burgo, dell’età di circa 13 anni, accompagnato dal padre che era appena tornato dalla Svizzera.
Giornate di prestazione obbligatoria
Erano così chiamate ed ancora applicate dal comune le giornate (fino a 4) di prestazione obbligatoria che le famiglie residenti erano tenute ad eseguire o far eseguire da altri a proprie spese, sulle strade comunali, in applicazione della legge 30 agosto 1868 (divenuta attuativa nel 1870) che prevedeva la costruzione o sistemazione di strade al fine di porre il proprio Comune in comunicazione con il capoluogo o il maggiore centro più vicino.
In mancanza della prestazione delle giornate lavorative, occorreva versare al Comune il corrispettivo in denaro, in base alle tariffe sindacali aumentate degli aggi esattoriali.
A tal fine alle famiglie veniva notificato, tramite il Messo Municipale, un ordine scritto dal Comune nel quale erano indicate l’ora, il giorno e il luogo di presentazione.



ANNO 1948
Visita del Prefetto
Il 25 agosto 48 vennero in visita ufficiale a Colli il Prefetto e l’Ingegnere capo del Genio Civile, nonché il Provveditore agli Studi di Campobasso.
Incontro di calcio 29 agosto 48
Si svolse a Monteroduni un incontro di calcio tra la squadra locale e quella di Colli, terminato purtroppo col punteggio di 5 a 2 a favore del Monteroduni.
Appalti dei boschi 28 settembre 48
Viene esperita presso la sede comunale, la 2^ asta di appalto della 6^ sezione del bosco “Montetuoro”, che venne aggiudicata al Sig. Pallotta Ernesto di Morcone.
Abate Montecassino – 5 ottobre 48
L’Abate di Montecassino accompagna a Colli le nuove suore destinate all’asilo di Via Torre, costituito da accoglienti locali ed in posizione panoramica rispetto al paese.
Asta vendita bosco – 25 ottobre 48
Si svolge nella sede comunale l’asta per la vendita della VI^ sezione del bosco “Montetuoro”, che viene aggiudicata a Tizzoni Giovanni di Veroli (Frosinone).
In quel periodo gli introiti derivanti dagli appalti boschivi costituivano la più sostanziosa fonte di entrata del bilancio comunale.


Appalto Fiera – 30 ottobre 48
Come tradizione, ed anche esigenze di bilancio comunale, in occasione di fiere paesane, ed in particolare con l’approssimarsi della fiera di S. Leonardo (1-6 novembre) l’amministrazione locale bandiva l’asta per la riscossione della tassa di accesso del bestiame alla fiera.
L’asta veniva aggiudicata a Gennaro Leva fu Nicandro, per la somma di Lire 125.000.
Al riguardo va ricordato che l’appaltatore della fiera doveva comunque versare al Comune la cifra aggiudicata, restando a suo carico l’eventuale deficit derivante dal ricavato effettivo.


ANNO 1949
Caduta di aerei
Alle 9,30 del 9 aprile, per avaria ai motori o errore umano, tre aerei che sorvolavano Colli caddero in località San Lorenzo ed i 3 piloti persero la vita.
Il giorno successivo, domenica 10 aprile, i resti dei tre vpiloti deceduti furono trasportati a Napoli.
Appalto Imposte Consumo (cosiddetto Dazio)
Il 9 giugno, nella sede del Municipio, si tenne l’asta per l’appalto del servizio di riscossione della Imposta di Consumo (detto comunemente Dazio), che rimase aggiudicato alla Ditta Niccolai per lire 1.705.000 annue.
Gara motociclistica
In località Ponterotto, alle 9,20 del 25 luglio, si assiste al passaggio della gara nazionale di regolarità della “Mille Miglia” motociclistica , organizzata dal Moto Club di Roma.
Cessazione Ufficio Annonario
Finalmente, dopo ben 10 anni dalla sua attivazione, a decorrere dal 1 agosto viene disposta la cessazione del servizio di tesseramento annonario che aveva accompagnato il paese, purtroppo, per tutta la durata della seconda guerra, con la distribuzione razionata dei principali generi alimentari (pane, pasta, farina, riso, olio), mediante esibizione, al commerciante prescelto, delle tessere personali di tutti i membri di famiglia, contenete vari “bollini” corrispondenti alle razioni mensili o giornaliere spettanti in base ai bollini ritirati.
Energia elettrica
Dopo lunga e forzata sospensione della corrente elettrica nel paese, il 3 agosto viene rimessa in tensione la linea elettrica tra la centrale dell’Ente Autonomo Volturno e la cabina comunale di via Cava, ricostruita dopo i danni subiti a causa degli eventi bellici.
Ciclisti dilettanti
Il 7 agosto passò per Colli la corsa ciclistica per dilettanti della coppa “Città di Castel di Sangro”.


Servizio Postale
Dal 2 settembre viene ripreso il servizio postale giornaliero a mezzo della corriera nel tratto Castel San Vincenzo – Isernia.
Telefono pubblico
Il 19 settembre entra in funzione il centralino telefonico della società TIMO, collegato con i 7 comuni della zona Volturno, che viene istallato in un locale nella sede municipale di Colli, allora ubicato in corso Volturno (casa Raddi).
Le prime conversazioni telefoniche di prova furono fatte gratis.
L’incarico di smistamento delle prime telefonate fu provvisoriamente affidato a Mancini Mario, impiegato dello stesso comune, ma dopo pochi giorni il servizio passò nelle mani di un giovane del paese.

ANNO 1950
Riprese del film “Due mogli sono troppe”
Alcune scene del film commedia furono girate a Colli tra piazza San Leonardo, Corso Volturno ed il fiume Volturno, sotto la regia di Mario Camerini e con un nutrito cast di attori, alcuni molto noti in quel periodo e precisamente: Lea Padovani. Griffit Jones, Keron Moore, Ada Dondini, Roger Moore, David Keuth, Luigi Moneta, Raffaele Caporilli, Giovanni Dolfini e Pino Ghisi.
Nella trama del film Colli viene identificato col nome di Poppi del Sangro, paese dove un sergente inglese era passato durante la guerra e poi vi ritorna con la giovane sposa, ma in modo abbastanza avventuroso.
Ecco dunque la trama del film: David Frey, un inglese, che ha partecipato alla guerra in Italia col grado di sergente, decide di visitare, con la sua giovane sposa, Venezia e Roma.
Dopo un viaggio, che la balordaggine dell’ex sergente ha reso disagiato, i due sposi non vanno a Venezia e giunti a Roma vengono imbarcati per sbaglio sul treno per Cassino.
Durante la guerra l’ex sergente è capitato casualmente a Poppi del Sangro. Le circostanze hanno fatto si che vi entrasse per primo e solo e vi fosse accolto trionfalmente come eroe liberatore: quell’episodio è per David un tema di conversazione inesauribile.
Tornato ora a Poppi, David viene salutato festosamente dalla famiglia Maggini, che durante la guerra l’aveva ospitato, ma quando l’ex sergente presenta la sua giovane sposa, Catharine, la scena cambia; i Maggini sostengono che alla fine della guerra David ha sposato la loro figlia Rosina, dalla quale ha avuto un figlio.
Il povero ex sergente cade dalle nuvole, Catherine credendosi tradita, scappavia. Dopo agitazioni e contrasti il penoso equivoco si spiega.
Durante la guerra Rosina è stata l’amante d’un giovane del paese, Rocco, portato via dai tedeschi: essa ha inventato il matrimonio con l’inglese per giustificare la nascita del bimbo.
Ma poiché Rocco ritorna e sposa Rosina, tutto s’accomoda e la vicenda si chiude felicemente.
Società Sportiva “Volturno”
Nel 1950 fu costituita a Colli la Società Sportiva “Volturno”, sotto la presidenza del dott. Mario Lancellotta (medico condotto del Comune) con la collaborazione di Mario Mancini ed altri amici.
Nel 1954, con lettera del 5 maggio, diretta al Commissario Provinciale (G. Occhionero) della F.I.G.C. di Campobasso (Via Ferrari 48) la società fece richiesta di contributi alla Federazione Calcio, per la costruzione di un campo sportivo di cui colli era privo.
A tal fine si ebbe dal Comune la promessa della cessione gratuita del terreno occorrente la realizzazione del suddetto campo sportivo.
Purtroppo l’aspirazione degli sportivi locali, espressa con tale iniziativa, rimase purtroppo insoddisfatta per molto tempo.
Ciò avverrà molti anni dopo, ossia negli anni settanta, quando si realizzò l’attuale struttura sportiva, attivamente utilizzata dai giovani atleti del paese per varie competizioni.



ANNO 1955
Il ciclista Domenico Marzullo
Fu l’anno della grande notorietà ed affermazione del collese Domenico Marzullo come ciclista, sia regione che fuori.
Vinse, infatti, la 4^ coppa Brizzi a Tivoli, con le successive vittorie di Roma e Maddaloni, nonché le prime due prove del campionato allievi Abruzzese/Molisano.
Si piazzò al primo posto nella classifica di rendimento degli allievi ed in quella delle vittorie individuali risultò con ben 6 primati.
Infine il nostro Marzullo ottenne 3 vittorie tra i corridori abruzzesi fuori regione.
Il “Corriere dello Sport”, del luglio 1955, inizia la pagina sul ciclismo con un vistoso titolo: “La stella Marzullo brilla in terra laziale per la seconda volta in questa stagione. Il ragazzo è tornato “mattatore” come lo era stato non molto tempo fa a Roma e in precedenza a Maddaloni e nelle due prove del campionato Abruzzese/Molisano allievi”.
L’articolo si chiude con la classifica allievi, in cui Marzullo risulta il 1° con 76 punti, rispetto al 2° con 51 e poi il 3° con22, il 4° con 15 ed infine il 5° con 13 punti.
Già nell’agosto del 54 Marzullo aveva conquistato 5 prove, il titolo di campione degli Allievi e il 18 settembre 1955, sul circuito della Caminate a Forlì, con un percorso di 103 chilometri, partecipò da favorito alla corsa per il titolo degli allievi.

ANNI 1955-1956
-Tullio Di sandro – Naufragio “Andrea Doria”
Tullio Di Sandro e la moglie Filomena, il 26 luglio 1956 scamparono al disastro del naufragio dell’”Andrea Doria”, in cui persero la figlia Norma.
Erano diretti negli Stati Uniti d’America.
Il 12 giugno 1965 i coniugi Di Sandro, assieme ai tre figli: Norma, Ermanno e Brigida, sbarcano da un aereio dell’Alitalia all’aeroporto di Fiumicino.
Appena scesa dall’aereo, la Signora Di Sandro, commossa dal ritornare in Italia dopo tanto tempo, si baciò la mano dopo averla portata sull’asfalto della pista, precipitandosi poi fra le braccia del fratello in attesa.
Subito dopo l’arrivo i coniugi Di Sandro partirono per Marzano Appio (Caserta) paese natio della Signora Filomena.


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